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stallare un impianto fotovoltaico consente di ridurre il consumo energetico e le spese in bolletta grazie ad allo sfruttamento dell’energia solare con cui il sistema si autoalimenta. Tuttavia quella dell’autoconsumo non è l’unica strada per guadagnare con le energie rinnovabili, che possono rappresentare una vera e propria fonte di investimento grazie alla possibilità di rivendere l’energia autoprodotta al GSE (Gestore Servizi Energetici). Ecco come vendere energia elettrica con il proprio impianto fotovoltaico, quali sono le opzioni tra cui scegliere per ottenere un profitto e quanto è possibile guadagnare.

Come vendere energia elettrica: modalità e opzioni

Chi installa un impianto fotovoltaico produce in autonomia il quantitativo di energia indispensabile a soddisfare il fabbisogno domestico. Tuttavia, quando l’energia prodotta risulta superiore a quella effettivamente consumata, è possibile venderla ossia immetterla in rete e commercializzarla per ricavarne un guadagno in termini economici.

La quantità di energia immessa in rete viene, infatti, pagata dal fornitore e gestore che la rivende a clienti finali domestici e non, dunque ad abitazioni ma anche a industrie, pubbliche amministrazioni ed esercizi commerciali.

Il gestore della rete stabilisce a sua volta un valore all’energia elettrica in base al prezzo di mercato, pagato dal cliente finale in fattura, mentre l’utente che installa un fotovoltaico può, a sua volta, avvalersi della cessione in rete per valorizzare l’energia attraverso la vendita, che può essere parziale o totale.

La vendita di energia elettrica in rete è un’opzione alternativa allo scambio sul posto per gli impianti fino a 20 kW mentre è una scelta obbligata per i sistemi di potenza superiore ai 20 KW.

Ecco le due principali modalità con cui l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e immessa in rete può essere venduta e quali sono i vantaggi in termini economici.

Vendere energia elettrica: scambio sul posto e ritiro dedicato

La cessione in rete dell’energia elettrica può avvenire in forma parziale quando soltanto una parte di quella prodotta viene immessa nel sistema mentre la restante parte è auto consumata. Si parla invece di cessione di rete dell’energia elettrica in forma totale quando non vi è alcun autoconsumo, pertanto l’intera quota di corrente elettrica prodotta viene immessa in rete.

Per vendere energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico è possibile utilizzare due modalità differentiindiretta tramite convenzione con il GSE o diretta sul mercato libero tramite Borsa Elettrica o direttamente a un grossista. In particolare chi installa un impianto fotovoltaico ha la possibilità di scegliere tra due tipologie di contratti: lo scambio sul posto (SSP) e il ritiro dedicato (RID).

L’utente che sceglie lo scambio sul posto ottiene un parziale rimborso delle bollette già pagate durante l’anno per il corrispettivo di energia immessa in rete, con la possibilità di prelevare l’energia quando l’impianto non ne produce abbastanza, ad esempio nelle ore notturne. Con questo sistema il cliente può compensare, anche se parzialmente, il quantitativo di kwh immessi in rete con quelli prelevati dalla stessa e pagati in bolletta.

Il secondo tipo di contratto, il Ritiro Dedicato, consente di vendere l’energia prodotta direttamente al GSE secondo il meccanismo dei prezzi minimi garantiti ossia secondo tariffe di mercato definite ogni anno dietro delibera Aeegsi. Per prezzo minimo garantito si intende infatti una soglia minima di prezzo richiesta da parte del gestore per il ritiro di energia, che viene così venduta per conto del produttore.

Gli impianti che possono usufruire di questa tipologia di convenzione sono:

  • Impianti con potenza inferiore a 10 MVA alimentati da fonti rinnovabili, compresi quelli ibridi;
  • Impianti con potenza uguale o superiore a 10 MVA alimentati da fonti rinnovabili diverse dalla fonte solare, eolica, geotermica, del moto ondoso, maremotrice e idraulica;
  • Impianti di tipo eolico, solare, geotermici, del moto ondoso e idraulici di qualsiasi potenza;

Vendere energia elettrica: quanto si guadagna?

Per vendere energia elettrica autoprodotta con il fotovoltaico e ricavarne un profitto è necessario dotare l’impianto di un contatore, con il quale è possibile calcolare l’energia immessa in rete e dunque stabilirne esattamente il valore.

Per capire quanto si guadagna vendendo energia elettrica è necessario effettuare una sottrazione tra l’energia utilizzata e quella eccedente. Per calcolare con precisione l’energia utilizzata occorre moltiplicare il prezzo di mercato per la corrente in uscita, mentre per ottenere il valore dell’energia consumata lo si moltiplica per la corrente consumata, poi si sottrae questo valore dal totale.

Nel caso dello scambio sul posto l’energia viene pagata al prezzo di mercato con l’aggiunta, però, di oneri e servizi ad essa associati, mentre nel ritiro dedicato l’elettricità viene ritirata e pagata sempre al suo prezzo di mercato, variando tra valori minimi e massimi che oscillano tra i 3 e i 10 centesimi di euro/kWh.

Il PUN, prezzo medio di riferimento dell’energia elettrica, è invece di circa 4 centesimi di euro per Kwh, pertanto la vendita di energia elettrica può essere produttiva soltanto se proviene da impianti di grandi dimensioni con i quali si riesca ad ammortizzare i costi di installazione e gestione.

Sebbene oggi un impianto fotovoltaico possa rappresentare un buon investimento per chi lo installa, anche grazie agli incentivi statali, tuttavia gli attuali valori di mercato dell’energia elettrica non consentono di ottenere un elevato guadagno a fronte dei costi legati al mantenimento e alla manutenzione.

Pulizia dei pannelli e dei filtri, riparazioni, elevati costi delle batterie al litio, richiedono un investimento che difficilmente può essere recuperato vendendo l’energia non consumata e reimmettendola in rete.

La vendita di energia elettrica resta comunque un ottimo sistema di ottimizzazione dell’impianto fotovoltaico, particolarmente utile a ridurre gli sprechi grazie alla cessione di un buon quantitativo di corrente non utilizzata, nel massimo rispetto dell’ambiente.

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